CENTRO PEN DELLA SVIZZERA ITALIANA E RETOROMANCIA

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Il PEN International e il Centro PEN della Svizzera italiana e retoromancia

La Carta del PEN

La Carta del PEN è fondata sulle risoluzioni adottate nel corso dei suoi Congressi internazionali e si può riassumere nel modo seguente:

  • La letteratura, se conosce nazioni, non conosce frontiere e gli scambi letterari devono restare del tutto indipendenti dalle vicende della vita politica dei popoli
  • In ogni circostanza, e soprattutto in tempo di guerra, il rispetto delle opere d’arte, patrimonio comune dell’umanità, deve essere mantenuto al di sopra delle passioni nazionali e politiche.
  • I membri della Federazione useranno in ogni occasione la loro influenza a favore dell’intesa e del rispetto reciproco fra i popoli; si impegneranno a fare tutto il possibile per scoraggiare l’odio di razze, classi e nazioni e per diffondere l’ideale di un’umanità che viva in pace in un mondo unito.
  • Il PEN difende il principio della libera circolazione delle idee fra tutte le nazioni, e ciascun membro ha il dovere di opporsi a qualsiasi restrizione della libertà di espressione nel proprio paese, nella propria comunità, e nella misura del possibile, nel mondo intero. Si dichiara a favore di una stampa libera e contro l’arbitrio della censura in tempo di pace. Il PEN afferma con convinzione che il necessario progresso del mondo verso una migliore organizzazione politica e economica rende indispensabile una libera critica dei governi e delle istituzioni. Poiché la libertà comporta limitazioni volontarie, ogni membro si impegna a combattere gli abusi di una stampa libera, come le pubblicazioni deliberatamente menzognere, la falsificazione e la deformazione dei fatti a fini politici e personali.

Il PEN International: cenni storici

Fondata dalla poetessa britannica Catharine Amy Dawson-Scott, PEN International è stata una delle prime organizzazioni non governative mondiali a promuovere i diritti umani e l’unica, negli Anni Venti, a decidere di riunire gli scrittori senza tenere conto della loro opinione politica, né del Paese di provenienza, né della loro appartenenza culturale o linguistica.

Nata negli anni immediatamente seguenti alla Prima Guerra Mondiale, nel 1923 PEN tiene il suo primo congresso, con lo scopo di ristabilire i contatti tra scrittori e intellettuali che hanno fatto parte di nazioni in conflitto. Il Congresso segue il principio di “no politics in PEN Clubs – under any circumstances” e vi prendono parte 11 centri. Quattro anni dopo in Europa sono già stati fondati 25 centri PEN e nel 1931 ci sono centri PEN anche America Centrale, Sud America e Cina.

Col consolidamento dei regimi dittatoriali nel vecchio continente, PEN è messo a dura prova e definisce meglio la sua missione. Già al Congresso del 1926 alcuni scrittori tedeschi (tra cui Brecht, Musil e Döblin) lanciano un primo allarme. Ritengono, infatti, che il Centro PEN del loro Paese non si debba più considerare rappresentativo della letteratura tedesca.
Al Congresso di Budapest del 1932 viene lanciato un appello a tutti i governi in difesa dei prigionieri per motivi religiosi e politici. Galsworthy, allora presidente del PEN, scrive una dichiarazione in cinque punti che è alla base dell’attuale Charta del PEN.
Nel 1933 H.G. Wells, suo successore, inizia una campagna contro i roghi di libri perpetrati dai nazisti. Ciò nonostante il Centro PEN tedesco resta muto e cerca di espellere gli scrittori di origine ebraica. Questo modo d’agire suscita indignazione, il Centro viene estromesso dal PEN e nel 1934 nasce il primo Centro PEN di scrittori in esilio, quelli tedeschi, appunto, che nel frattempo hanno lasciato il Paese.

Sempre negli anni 30, in connessione con la Guerra Civile Spagnola, PEN interviene per la prima volta a favore di due “scrittori in prigione”. Ha successo solo nel caso di Arthur Koestler, giornalista e scrittore di origine ungherese, arrestato e condannato a morte dai fascisti spagnoli. Grazie alla campagna che PEN conduce in suo favore, Koestler viene infatti liberato. Non può avere alcun esito, invece, l’intervento a favore del grande poeta spagnolo Federico García Lorca: il telegramma d’allerta, infatti, giunge a Londra quando il poeta è già stato fucilato. Questi due episodi contrapposti segnano l’inizio di un modus operandi e di un impegno costante. Nel 1949, PEN ottiene lo status consultivo presso le Nazioni Unite, come “rappresentante degli scrittori del mondo”. Nel 1950 si inizia a discutere la costituzione di un comitato che esamini i casi di scrittori arrestati o perseguitati a causa della loro opera e delle loro opinioni e dieci anni dopo nasce il Comitato per lo Scrittore in Prigione (WiPC).

Negli anni Sessanta, nonostante la Guerra Fredda, o forse proprio a causa della conseguente polarizzazione, l’influenza di PEN si diffonde sempre più internazionalmente. Ulteriore attenzione è richiesta anche da altre tematiche. Nel 1984 nasce il Comitato degli scrittori per la pace (WfP) che vuole permettere a scrittori dell’Est e dell’Ovest di scambiare idee, in un mondo in cui quasi tutte le altre porte sono chiuse. Nel 1987 nasce il Comitato Traduzione e Diritti Linguistici (TLRC) che ha lo scopo di incoraggiare scrittori, traduttori ed editori ad esplorare l’arte del tradurre da culture diverse dalla loro, ribadendo il diritto di scrivere, leggere e comunicare in tutte le lingue. Infine, nel 1991, si costituisce il Comitato delle Donne Scrittrici (WWC), che si focalizza sulle difficoltà specifiche che le scrittrici devono affrontare per essere pubblicate.

Con 146 centri - di cui la maggior parte in Paesi non europei - l’organizzazione muta il proprio nome in PEN International nel 2010, continuando ad essere un ponte informale di comunicazione tra Paesi e culture differenti, affinché i valori umani che ci accomunano possano dissipare pregiudizi, fanatismo ideologico e sciovinismo.

La nostra storia

• Fondato nel 1959, Il Centro PEN della Svizzera italiana e retoromancia è riconosciuto ufficialmente da PEN International al Congresso internazionale di Francoforte lo stesso anno, grazie all’interessamento del romanziere austriaco Roberto Neumann, allora vicepresidente internazionale e residente nel Locarnese.
• Il 31 ottobre 1959 tiene la sua prima assemblea a Bellinzona e nomina suo presidente Piero Bianconi e presidente onorario Francesco Chiesa.
• Nel corso degli anni si sono succeduti alla presidenza Andri Peer, Giovanni Bonalumi, Grytzko Mascioni e Franca Tiberto rimasta in carica per 18 anni e attualmente Presidente onoraria del nostro Centro e Vicepresidente di PEN International. Alla carica di Segretario generale sono via via chiamati Guido Calgari, Elena Bonzanigo, Margarita Uffer, Ketty Fusco, Magda Kerényi e Attilia Fiorenza Venturini, tutte personalità di spicco della cultura della Svizzera italiana.
• Nel 1987, dal 10 al 17 maggio, il Centro PEN della Svizzera italiana e retoromancia organizza a Lugano il 50° Congresso del PEN Internazionale, cui partecipano scrittori e premi Nobel da tutto il mondo. "Scrittori e letteratura di frontiera” è il tema del congresso, tematica, del resto, tuttora attuale.
Voluto e presieduto da Grytzko Mascioni, il Congresso si chiude con la Dichiarazione di Lugano, che fa appello alla libertà d'espressione e al diritto di ogni minoranza di essere se stessa. La Charta di Lugano è tuttora adottata dai 146 centri PEN nel mondo.
• Dal 2016 la Presidenza è assicurata da Maria Emilia Arioli e la vicepresidenza da Sergio Roic. Segretaria Generale è Raffaella Bruno Realini.
• Dallo stesso anno il Centro collabora annualmente anche con l’Università della Svizzera Italiana e con la Franklin University Switzerland.

Il Comitato direttivo

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